venerdì 22 giugno 2012

Selezione Bancarella 2012 - 1 -

















La voce del destino

Autore: Marco Buticchi
Editore: Longanesi & C.
Anno: 2012
Fra realtà e fantasia, fra cronaca e romanzo

“L'utile per iscopo, il vero per soggetto, l'interessante per mezzo,”. Così Alessandro Manzoni codificava le regole del romanzo storico, che avrebbe applicato alla vicenda di Renzo e Lucia ed alla descrizione della realtà in cui essi si muovevano. Ma, se lo scrittore lombardo aveva, nell'Ottocento, trasferito la sua attenzione indietro d'un paio di secoli, Marco Buticchi, nel 2011, vi ha portato la storia recente, quella sviluppatasi dal secondo conflitto mondiale ai giorni nostri. Ne La voce del destino, infatti, accanto a personaggi frutto della fantasia dell'Autore, se ne trovano altri (alcuni citati esplicitamente, altri facilmente individuabili da un lettore attento), che sono parte del XX secolo: dal dittatore argentino Peron a sua moglie Evita, da Ante Pavelić al card. Montini (il futuro Paolo VI), da Licio Gelli a mons. Marcinkus. E poi il Banco Ambrosiano, Sindona, Calvi, Pecorelli, le sette segrete, la P2, i gerarchi nazisti Bormann, Himmler....
Attraverso la narrazione della cantante lirica Luce Di Bartolo, sfuggita fortunosamente ad un rapimento, che, sullo yacht dei suoi provvidenziali salvatori, Oswald Breil e Sara Terracini, racconta la propria vita, si snoda oltre mezzo secolo, da quando il nazismo ed il fascismo, sconfitti in Europa, hanno tentato di sopravvivere, in una sorta di palingenesi, in stati compiacenti, Argentina in particolare. È la storia (o il mito?) del “Quarto Reich”, della fuga dei gerarchi nazisti e dei più fedeli seguaci dell'ideologia hitleriana, lungo le ratline, percorsi simili alle sartie dei velieri lungo le quali si arrampicano i topi per sfuggire al naufragio della nave, qualche volta salvandosi.
Luce Di Bartolo narra vicende familiari, quelle di un gruppo di figli di italiani emigrati nell'Argentina degli Anni Trenta-Quaranta. Parla delle loro speranze, della violenza che ha intersecato le loro esistenze, dei loro sogni divenuti realtà: Eva, che sarà l'Evita dell'Argentina peronista, Luce Di Bartolo, l'amica dalla voce melodiosa che diverrà famosa sui palcoscenici più prestigiosi, Michele Soriano, pugile di grande successo. E poi il mafioso che allarga i propri orizzonti di ricchezza all'ombra della dittatura corrotta, il violento capo degli ustascia Ante Pavelić ed i collegamenti fra una gerarchia ecclesiastica (con l'allora card. Montini in sottofondo) disposta, in nome di un'acritica diga anticomunista, a chiudere gli occhi sulle nefandezze degli ultracattolici croati a danno di serbi, ebrei e zingari; i tentativi peronisti di costruire, con l'aiuto di tedeschi lasciati immigrare clandestinamente, un'Argentina potenza nucleare da rendere terza forza fra Stati Uniti ed Unione Sovietica nel panorama politico internazionale. E agenti dei servizi segreti a contrastarsi senza esclusione di colpi in tanti angoli del Pianeta.

“Domani, quando ci incontreremo, spero non mi chiederete più «quanto c'è di vero», ma vi batterete affinché certe brutte notizie trovino sempre meno spazio nelle cronache e sempre di più nei romanzi...”. Sta qui l'utile per iscopo de La voce del destino. Realtà? Fantasia? Comunque Marco Buticchi ci regala oltre seicento pagine di un romanzo appassionante da leggere tutte d'un fiato. (g.a.)

Marco Buticchi, La voce del destino, Milano, Longanesi & C., 2011 (€ 19,00)

Marco Buticchi (La Spezia, 1957) è entrato nel mondo della narrativa nel 1991 con il romanzo, autoprodotto, Il cuore del profeta, seguito l'anno successivo da L'ordine irreversibile. Nel 1997 Le pietre della luna viene pubblicato da Longanesi, così come accadrà per tutte le sue opere successive: Menorah (1998), Profezia (2000), La nave d'oro ( 2003), L'anello dei re (2005), Scusi, bagnino, l'ombrellone non funziona! (2006), Il vento dei demoni (2007), Il respiro del deserto (2009) e, ultimo, La voce del destino (2011). Buticchi porta nei suoi romanzi, che hanno spesso come personaggi la ricercatrice Sara Terracini e l'ex agente del Mossad Oswald Breil, oltre alla sua abilità nel gestire la lingua scritta, le sue conoscenze dei luoghi acquisite in anni di professione come trader petrolifero che lo ha portato ripetutamente in Africa, Europa, Stati Uniti e Medioriente.

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