Silenzio dell'onda
Gianrico Carofiglio
Da mesi, il lunedì e il giovedì, Roberto Marias attraversa a piedi il centro di
Roma per raggiungere lo studio di uno psichiatra. Si siede davanti a lui, e
spesso rimane in silenzio. Talvolta i ricordi affiorano. E lo riportano al tempo
in cui lui e suo padre affrontavano le onde dell'oceano sulla tavola da surf. Lo
riportano agli anni rischiosi del suo lavoro di agente sotto copertura, quando
ha conosciuto il cinismo, la corruzione, l'orrore. Fuori, ma anche dentro di sé.
Di professione fantasma, ha imparato a ingannare, a tradire, a sparire senza
lasciare traccia. Una vita che lo ha ubriacato e travolto. Le parole del
dottore, le passeggiate ipnotiche in una Roma che lentamente si svela ai suoi
occhi, l'incontro con Emma, come lui danneggiata dall'indicibilità della colpa,
gli permettono di tornare in superficie. E quando Giacomo gli chiede aiuto
contro i suoi incubi di undicenne, Roberto scopre una strada di riscatto e di
rinascita.
Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi
Alessandro Piperno
Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo,
Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme.
Come i buffi e pennuti supereroi ritratti nel primo fumetto che Filippo ha
disegnato con la sua matita destinata a diventare famosa. A nulla valgono le
differenze: l'indolenza di Filippo - refrattario a qualsiasi attività non
riguardi donne, cibo e fumetti - opposta alla determinazione di Samuel,
brillante negli studi, impacciato nell'arte amatoria, avviato a un'ambiziosa
carriera nel mondo della finanza. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi
e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere di mesi, Filippo
diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull'infanzia violata,
acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui
il simbolo, l'icona in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi.
Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e
un'impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle nozze ha
perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con
un debole per l'autoerotismo. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la
"mame" che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la
corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell'esistenza.
Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che li
riguarda tutti...
Nel tempo di mezzo
Marcello Fois
Vincenzo Chironi mette piede per la prima volta sull'Isola di Sardegna - "una
zattera in mezzo al Mediterraneo" - nel 1943, l'anno della fame e della malaria.
Con sé ha solo un vecchio documento che certifica la sua data di nascita e il
suo nome, ma per scoprire chi è lui veramente dovrà intraprendere un viaggio
ancora più faticoso di quello affrontato col piroscafo che l'ha condotto fin li.
A Nuoro trova ad attenderlo il nonno, Michele Angelo maestro del ferro, che gli
farà da padre e da complice in parti uguali -, e soprattutto sua zia Marianna,
che vede nell'inaspettato arrivo del nipote l'opportunità per riscattare
un'esistenza puntellata dalla malasorte. Anni dopo, quando ormai a Nuoro la
presenza di Vincenzo Chironi sembra scontata, naturale come il mare e le rocce,
la forza del sangue torna a far sentire il suo richiamo. Perché quando Vincenzo
conosce Cecilia, che ha "gli occhi di un colore che non si può spiegare",
innamorarsi di lei gli sembra l'unica cosa possibile. Anche se è promessa sposa
di Nicola, con cui lui è mezzo parente... Se è vero che "la disobbedienza chiama
il castigo", forse è anche vero che quell'amore è l'ultimo anello di una catena
destinata a non aver fine. Dopo l'epopea di "Stirpe", Marcello Fois - con una
lingua capace di abbracciare l'alto e il basso, e di potenziare lo scorrere del
tempo - dipinge un mondo in cui i paesaggi sono vivi come i personaggi che li
abitano.
Qualcosa di scritto
Emanuele Trevi
Roma, primi anni Novanta. Mentre i sogni del Novecento volgono a una fine
inesorabile e Berlusconi si avvia a prendere il potere, uno scrittore trentenne
cinico e ingenuo, sbadato e profondo assieme trova lavoro in un archivio, il
Fondo Pier Paolo Pasolini. Su quel dedalo di carte racchiuso in un palazzone del
quartiere Prati, regna una bisbetica Laura Betti sul viale del tramonto: ma
l'incontro con la folle eroina di questo libro, sedicente eppure autentica erede
spirituale del poeta friulano, equivale per il giovane a un incontro con
Pasolini stesso, come se l'attrice di "Teorema" fosse plasmata, posseduta dalla
sua presenza viva, dal suo itinerario privato di indefesso sperimentatore
sessuale e dalla sua vicenda pubblica d'arte, eresia e provocazione. "Qualcosa
di scritto" racconta la linea d'ombra di questo contagio e l'inevitabile congedo
da esso - un congedo dall'adolescenza e da un'intera epoca; ma racconta anche
un'altra vicenda, quella di un'iniziazione ai misteri, di un accesso ai più
riposti ed eterni segreti della vita. Una storia nascosta in "Petrolio", il
romanzo incompiuto di Pasolini che vide la luce nel 1992 e che rivive qui in
un'interpretazione radicale e illuminante. Una storia che condurrà il lettore
per due volte in Grecia, alla sacra Eleusi: come guida, prima il libro postumo
di Pier Paolo Pasolini, poi il disincanto della nostra epoca - in cui può
tuttavia brillare ancora il paradossale lampo del mistero.
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